Domanda:
dieci punti a chi mi da la definizione di qst termini: vedete giù \/?
ros
2008-01-10 06:42:28 UTC
casbah
medina
minareto
souk
sharia
muellah
Dieci risposte:
bibbina
2008-01-10 06:48:43 UTC
la casbah è una sorta di villaggio racchiuso da mura, un agglomerato di abitazioni



la medina è la parte vecchia delle città arabe, un labirinto di vicoli intricatissimi



il minareto è una torre che sta a lato di una moschea, da cui il muezzin richiama alla preghiera



il souk è un mercato



la sharia è la giustizia islamica, amministrata attraverso tribunali religiosi



il muellah credo sia un capo spirituale



****

PER TUTTI



la medina è un quartiere che è presente in quasi tutte le città islamiche...in Marocco per esempio c'è a Fes, a Marrakech, a Meknes e in altre. E' la parte vecchia, quella costituita da vicoli (e bisogna stare pure attenti perchè se non ci vai con qualcuno che la conosce ti puoi anche perdere)

Wikipedia è un'ottima fonte, ma bisogna saperla usare...e comunque preferisco rispondere solo quando ho diretta conoscenza di quanto si chiede (a meno che non ci si chiedano PARERI), tutti sono capaci di fare ricerche su un motore...penso sia più utile condividere ciò che si sa.

E' vero che Medina è ANCHE una città, ma i termini che ci è stato chiesto di spiegare sono termini generici riferiti all'Islam e al suo mondo...
2008-01-10 06:49:58 UTC
casbah-Originariamente la qasba, volgarizzato in casba o kasba, (dall'arabo qaṣaba, "cittadella", "rocca") è una costruzione (in genere fortezza o cittadella) di una città araba. Frequentemente cinta da mura difensive, è talvolta solcata da stradine e ospita abitazioni private.



medina-Medina ( المدينة المنوّرة , al-Madīna al-munawwara, "La città illuminatissima") è una città dell'attuale regione saudita del Hijāz, nella Penisola araba. Sorge in un'oasi ed è nota fin dai tempi più antichi in quanto ricordata col nome di Yathrib negli Annali di epoca assira.



minareto-Il minareto (in arabo manār, lett. "faro") è la torre, presente in quasi tutte le moschee, dalla quale il muezzin (muʾadhdhin) cinque volte al giorno chiama alla preghiera i devoti di Allāh.



souk-La parola sūq (pl. aswāq, arabo سوق), talora chiamato anche bazar, indica il mercato, luogo deputato allo scambio delle merci.



Nell'Islam classico esso costituiva - insieme alla moschea e al Palazzo del potere - il terzo centro funzionale della città musulmana. A differenza però della Mosche o del Palazzo, il sūq non occupava quasi mai fisicamente il centro della città e questo a causa della invasività di certe arti e professioni che potevano arrecare disturbo, a causa di rumori o sgradevoli odori, all'ordinato e quieto vivere civile perseguito dalle autorità pubbliche.



sharia-Shari'a (sharī'a), in arabo شريعة (scritto anche Sharī'ah, Shariah o Syariah), è il termine arabo per indicare la Legge divina contenuta nel Corano e nella Sunna del fondatore dell'Islam Maometto.



muellah mai sentito
2016-12-18 05:51:05 UTC
Se vuoi andare a Marracash e ti serve un hotel ti consiglio questo sito che in quanto a prezzi è il migliore https://tr.im/1bwCL

Questa città vivace e affascinante, ha una Medina meravigliosa, e il suo cuore pulsante è piazza Djemaa el Fna dove si incontrano acrobati, incantatori di serpenti, ballerini, musicisti, comici e cantastorie. La città rosa di Marracash è un oasi situata ai piedi delle montagne dell'Atlas nel Sud del Marocco, tra l'oceano atlantico e il deserto del Sahara. Come le altre città marocchine, la magia risiede proprio nella zona di Medina, la vecchia città con mura popolata da palazzi, ville e monasteri antichi.

È una citta meravigliosa ,cosmopolita, culturalmente raffinata e circondata da una baia verdeggiante, la città australiana si trova sulle sponde del fiume Yarra, da dove partì l’impressionante crescita della città. Melbourne non è una metropoli indistinta ma caratterizzata da diversi microcosmi, vere e proprie enclave cittadine dal fascino singolare, come il quartiere greco affacciato su Lonsdale Street, quello vietnamita a Victoria Street, quello cinese di Chinatown e quello francese di Collins Street.
2008-01-10 07:11:27 UTC
casbah:

era una volta la fortezza di una citta' araba ogni città aveva la sua poi è diventato quello ch eoggi noi chiameremo mercato rionale solo che il loro era intorno alla moschea e da qui che nella lingua piu moderna viene usata questa parola x dicim definire un connubio di idee.



anche MEDINA ti riporta all arabia e se non mi rcordo male non so se era un aggettivo o il nome di una città mail significato era molto illuminata



MINARETO è la torre dalla quale si richiama alla preghiera e succede 5 volte al giorno



SOUK sono sincera non mi ricordo se era una città della tunisia o un insieme di bancarelledove i puo compare tuto una specie di ipermercato

mentre sulla SHARIA vado tranquillissima il termne esatto signfica la retta via da seguire ma è usato il termine per definire il diritto e x loro il diritto è divino che consente la pena di morte x chi bestemmia x l'adulterio e qu ne avri molto da dire (visto che x loro adulterio è anche lo stupro!!!!) e x l'omicidio di un islamico

e il MUELLAH è l'angelo.... lo so bene x che mi ci chamano i miei amici :-P
2008-01-10 06:56:29 UTC
Il minareto (in arabo manār, lett. "faro") è la torre, presente in quasi tutte le moschee, dalla quale il muezzin (muʾadhdhin) cinque volte al giorno chiama alla preghiera i devoti di Allāh.



Shari'a (sharī'a), in arabo شريعة (scritto anche Sharī'ah, Shariah o Syariah), è il termine arabo per indicare la Legge divina contenuta nel Corano e nella Sunna del fondatore dell'Islam Maometto.





Medina ( المدينة المنوّرة , al-Madīna al-munawwara, "La città illuminatissima") è una città dell'attuale regione saudita del Hijāz, nella Penisola araba. Sorge in un'oasi ed è nota fin dai tempi più antichi in quanto ricordata col nome di Yathrib negli Annali di epoca assira



La parola sūq (pl. aswāq, arabo سوق), talora chiamato anche bazar, indica il mercato, luogo deputato allo scambio delle merci.



Originariamente la qasba, volgarizzato in casba o kasba, (dall'arabo qaṣaba, "cittadella", "rocca") è una costruzione (in genere fortezza o cittadella) di una città araba. Frequentemente cinta da mura difensive, è talvolta solcata da stradine e ospita abitazioni private



Ulema (in lingua araba `Ulamā', singolare `Ālim) sono i dotti musulmani di "scienze religiose" (‘ulùm al-diniyya). In area iranofona il termine maggiormente usato è quello di mullā o mollā che tuttavia deriva dal termine "mawlā".



ECCOTI SERVITO
••☆ღpiccolastellasenzacieloღ☆••
2008-01-10 06:50:34 UTC
casbah: Originariamente la qasba, volgarizzato in casba o kasba,è una costruzione (in genere fortezza o cittadella) di una città araba. Frequentemente cinta da mura difensive, è talvolta solcata da stradine e ospita abitazioni private.



medina: è troppo lungo vai direttamente kui http://it.wikipedia.org/wiki/Medina



minareto: Il minareto (in arabo manār, lett. "faro") è la torre, presente in quasi tutte le moschee, dalla quale il muezzin (muʾadhdhin) cinque volte al giorno chiama alla preghiera i devoti di Allāh.



souk: vai qui http://en.wikipedia.org/wiki/Souk



sharia: cai qui http://isole.ecn.org/filiarmonici/sharia.html



muellah: nn ho trovato nulla.



D molte parole ti ho messo direttamente il link perke kosi potrai avere informazioni + komplete, altrimenti avrei dovuto abbreviarle e magari togliere kualkosa ke t interessava. spero d esserti stata utile. un bacio
Gibson
2008-01-10 06:49:19 UTC
CASBAH=Originariamente la qasba, volgarizzato in casba o kasba, è una costruzione di una città araba. Frequentemente cinta da mura difensive, è talvolta solcata da stradine e ospita abitazioni private.

Nel sud del Marocco questi tipi di costruzioni possono essere castelli appartenenti a una singola famiglia.

MEDICINA=Il farmaco o medicinale o medicina; Nella lingua italiana parlata correntemente nel Canton Ticino si usa il termine medicamento che in Italia ha, invece, un valore aulico.

L'insieme delle discipline scientifiche che, studiando la fisiologia e le patologie, si occupano della salute di persone o animali.

La pratica professionale dell'arte medica da parte di una persona (medico) che ha conseguito un titolo accademico riconosciuto legalmente;

Lo studio e la prevenzione di patologie legate a un particolare contesto sociale (medicina del lavoro, medicina delle comunità, medicina sportiva, medicina spaziale)

L'applicazione delle conoscenze mediche a particolari campi non direttamente correlati alla salute di individui o comunità (medicina legale)

La pratica di discipline di cura alternative, non riconosciute ufficialmente, vedi medicina alternativa;

MINARETO=Il minareto (è la torre, presente in quasi tutte le moschee, dalla quale il muezzin cinque volte al giorno chiama alla preghiera i devoti di Allāh.

SOUK=a parola sūq talora chiamato anche bazar, indica il mercato, luogo deputato allo scambio delle merci.

SHARIA=Shari'a (sharī'a), in arabo شريعة (scritto anche Sharī'ah, Shariah o Syariah), è il termine arabo per indicare la Legge divina contenuta nel Corano e nella Sunna del fondatore dell'Islam Maometto.

MUELLAH= NN HO TROVATO... :(
2008-01-10 06:47:40 UTC
.Originariamente la qasba, volgarizzato in casba o kasba, (dall'arabo qaṣaba, "cittadella", "rocca") è una costruzione (in genere fortezza o cittadella) di una città araba. Frequentemente cinta da mura difensive, è talvolta solcata da stradine e ospita abitazioni private.



Nel sud del Marocco questi tipi di costruzioni possono essere castelli appartenenti a una singola famiglia.







Medina ( المدينة المنوّرة , al-Madīna al-munawwara, "La città illuminatissima") è una città dell'attuale regione saudita del Hijāz, nella Penisola araba. Sorge in un'oasi ed è nota fin dai tempi più antichi in quanto ricordata col nome di Yathrib negli Annali di epoca assira.



Medina nel VII secolo d. C. si chiamava ancora Yathrib ( يثرب ) e tale toponimo compare già nelle Cronache assire del IX secolo a. C. e come Yatrippa esso figura nelle opere geografiche romane, specialmente redatte dopo la spedizione nella penisola araba condotta all'epoca dell'imperatore Augusto dal prefetto Elio Gallo, che riuscì a penetrare (senza però poterli assoggettare) nel regno degli Homerites (Himyariti) che governavano le ambite regioni meridionali da dove giungeva il prezioso incenso.



La città-oasi fu, con ogni probabilità, a lungo dominata da tribù ebraiche (secondo alcuni, ebraizzate). Entrata in contatto fecondo con il regno dei Lakhmidi di al-Hira, Yathrib mantenne una precisa vocazione agricola anche se non le mancava un fiorente artigianato incentrato sulle complesse tecniche metallurgiche di cui erano depositari proprio gli Ebrei locali che si dedicavano con successo anche a lavori di gioielleria e alla produzione di armi e armature.

Le tre tribù ebraiche (i Banū Naḍīr, i Banū Qurayẓa e i Banū Qaynuqāʿ), dovettero con l'andar del tempo cedere spazio politico all'elemento arabo che, inurbandosi, aveva lentamente modificato a proprio vantaggio gli equilibri demografici di Yathrib.

Le tribù israelitiche furono perciò costrette a confederarsi con le due tribù arabe dei Banū Khazraj e dei Banū Aws, di recente immigrazione ma di crescente peso numerico.



La grande Moschea di Medina

con la tomba del Profeta (incisione del XIX sec.)L'eterogeneità etnica e religiosa di Yathrib si espresse in crescenti tensioni che raggiunsero l'acme nel 620 nella cosiddetta "giornata di Buʿāth" (yawm Buʿāth), uno scontro che portò alla chiamata in città, in veste di arbitro (ḥākam) della sanguinosa contesa, di Muhammad, che incontrava notevoli difficoltà e crescenti ostilità coi suoi concittadini. Il trasferimento di Muhammad e dei suoi fedeli a Yathrib si realizzò a partire dal 16 luglio 622, data ricordata dai musulmani come inizio dell'"Egira" e i musulmani presero in breve a chiamare Yathrib, Madīnat al-Nabī, "la città del Profeta": Medina, appunto. Qui si costituì, con un patto che coinvolse anche pagani e israeliti, la prima comunità musulmana (Umma) e qui si presero tutte le decisioni politiche più importanti fino all'epoca del quarto successore (califfo) di Muhammad, il cugino e genero ʿAlī ibn Abī Tālib. Per questo Medina è considerata unanimemente la seconda città santa dell'Islam, dopo la sola Mecca.



Malgrado l'ostilità delle autorità saudite, Medina è ancor oggi oggetto di pie visite, con la cosiddetta ziyāra, da parte di pellegrini che vogliono rendere omaggio alla tomba del Profeta e a quella dei suoi due successori, inumati in quella che è da tempo chiamata la Moschea del Profeta.



La visita avviene nel corso della ʿumra, il pellegrinaggio islamico non obbligatorio che si può compiere in tutti i mesi lunari non riservati al pellegrinaggio canonico (hajj).









Il minareto (in arabo manār, lett. "faro") è la torre, presente in quasi tutte le moschee, dalla quale il muezzin (muʾadhdhin) cinque volte al giorno chiama alla preghiera i devoti di Allāh.



La Kutubiyya, o minareto dei Librai, di Marrakesh (Marocco, età almohade (XII sec.). Tale minareto funse da prototipo per la Giralda di Siviglia e della Tour Hassan

di Rabāṭ (Marocco)Come il campanile cristiano, il minareto serve a far arrivare il più lontano possibile il segnale che scandisce la giornata liturgica. Nell'Islam questo è in stretta connessione con i momenti d'elezione (awqāt) in cui deve essere validamente assolto l'obbligo della preghiera islamica, detta ṣalāt.



Per ovviare al caso di fedeli sordi o che si trovano in luoghi lontani dalla moschea ove non giunge la voce del muezzin, l'annuncio della preghiera può venire fatto anche tramite l'ostensione di ampi panni bianchi dall'alto del minareto.



La Giralda di Siviglia. Attualmente campanile della Cattedrale, era in età islamica il minareto della Grande Moschea della città andalusaOggi per le moschee minori si ricorre sempre più spesso ad adhān registrati e diffusi poi con amplificatori.



La moschea col maggior numero di minareti al mondo è la moschea della Kaʿba, a Mecca, che ne possiede ben sette, seguita dalla Moschea Blu di Istanbul, che ne ha sei.







La parola sūq (pl. aswāq, arabo سوق), talora chiamato anche bazar, indica il mercato, luogo deputato allo scambio delle merci.



Nell'Islam classico esso costituiva - insieme alla moschea e al Palazzo del potere - il terzo centro funzionale della città musulmana. A differenza però della Mosche o del Palazzo, il sūq non occupava quasi mai fisicamente il centro della città e questo a causa della invasività di certe arti e professioni che potevano arrecare disturbo, a causa di rumori o sgradevoli odori, all'ordinato e quieto vivere civile perseguito dalle autorità pubbliche.



Come nelle città cristiane medievali, l'economia era strutturata su basi corporative e di ogni arte o mestiere si rendeva interprete e garante davanti al potere politico un Maestro, coadiuvato da aiutanti dotati di esperienza e autorevolezza. Ad essi era demandato l'obbligo del corretto andamento dei commerci, potendo contare sul concreto aiuto del muḥtasib (sovrintendente) o del ṣāḥib al-sūq ("signore del mercato", da cui l'antico spagnolo "zabazoque") che, con poteri di polizia annonaria, assicuravano il corretto uso di pesi e misure, reprimendo ogni frode in commercio grazie a una specifica forza di polizia ( shurṭa ) che poteva irrogare pene pecuniarie o l'arresto dei colpevoli.



Le differenze merceologiche disegnavano fisicamente il sūq. Esso pertanto si sviluppava, in linea di massima, all'interno di strutture murarie protette, secondo un andamento che potremmo definire grossolanamente a cerchi concentrici, con le professioni e le arti meno legate a merci deteriorabili disposte al centro (poteva essere questo il caso degli orafi e dei profumieri), con quelle a impatto medio nel secondo cerchio (alimenti aridi, tessuti, calzature) e con le arti e professioni più "inquinanti" verso l'esterno (lattonieri, tintori, macellerie, pescherie, animali vivi al dettaglio). Ogni genere commerciabile veniva così ad operare accanto a quello dei propri concorrenti, così da agevolare il cliente nelle sue valutazioni comparative.



L'apertura e la chiusura dei commerci erano rigidamente scandite da un orario di cui erano garanti di fronte alle autorità i Maestri delle arti e delle corporazioni. Essi inoltre organizzavano l'ingresso dei novizi e il loro apprendistato. Il sistema, come tendenzialmente ogni sistema corporativo, era infatti chiuso e si apparteneva e si operava perciò all'interno di un'arte o di una corporazione per esclusivo diritto di nascita e di eredità, salvo sporadici ed eccezionali casi autorizzati espressamente dal potere o dalla stessa arte o corporazione







Shari'a (sharī'a), in arabo شريعة (scritto anche Sharī'ah, Shariah o Syariah), è il termine arabo per indicare la Legge divina contenuta nel Corano e nella Sunna del fondatore dell'Islam Maometto.



Se fonti della legge islamica sono generalmente considerate il Corano, la Sunna del Profeta, il consenso dei dotti (ijmā') e l'analogia giuridica (qiyās), la sharī'a accetta solo le prime due fonti in quanto divinamente prodotte o ispirate.



In realtà anche le altre due fonti sono rilevanti ma, concettualmente, il consenso si basa su un hadīth (tradizione giuridica) di Maometto che avrebbe affermato: «La mia Comunità non si troverà mai d'accordo su un errore». Quindi la fonte data dal consenso trova linfa vitale nella seconda e da essa è assorbita.



Il consenso, la cui legittimità è fondata, come detto, sulla Sunna, richiede alla base uno sforzo interpretativo (ijtihad), particolarmente delicato nei frequenti casi di oscurità, ambiguità o contraddittorietà dei testi sacri. Per queste ragioni, allo stato attuale, lo sforzo interpretativo in cui si concretizza la fonte del consenso è bloccato a quello che era il consolidato (su cui si era raggiunto accordo) di alcune scuole interpretative relativo più o meno al primo millennio.



Più discutibile l'analogia iuris, perché troppo legata all'opinione - per quanto autorevole - di un uomo o di una scuola giuridica (madhhab, pl. madhāhib) che, di per sé, non può essere assorbita e legittimata dalla terza fonte, salvo diventare consenso assolutamente maggioritario e, quindi, ijmā'.



La Sharia consente la pena di morte solamente in tre casi: omicidio di un islamico, adulterio di una donna islamica sposata, bestemmia contro Allah (da parte di persone di qualunque fede). Ciò nonostante viene invocata regolarmente per giustificare i casi di condanna a morte per omosessualità in stati come l'Iran, la Nigeria o l'Arabia Saudita.











x muellah bo
Alexiess
2008-01-10 06:47:30 UTC
guarda sul dizionario
Bubble Trouble...
2008-01-10 06:46:35 UTC
il souk è un mercato ke c'è nei paesi arabi come nel marocco in nord africa...


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