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Caccia alle streghe
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Motivo: sono presenti molti espliciti commenti personali, Vedi anche: Progetto storia Portale storia Segnalazione di Bramfab Discorriamo 22:15, 13 nov 2007 (CET)
Verbale del processo ad una presunta strega poi arsa sul rogoCon il termine caccia alle streghe si indica la ricerca e persecuzione di donne sospettate di compiere sortilegi, malefici o di intrattenere rapporti con forze oscure ed infernali (connotati, questi, che nell'imaginario popolare hanno da sempre delineato la figura della strega).
Il fenomeno, ha registrato una particolare recrudescenza e spettacolarità, soprattutto tra la fine del XIV secolo e l'inizio del XVIII secolo all'interno dell'occidente cristiano. Ritenute sospette e pericolose, dalle autorità religiose (sia in ambito cattolico che protestante) e dal potere civile, le sospette streghe erano oggetto di persecuzioni che sovente terminavano con la morte.
Nella terminologia moderna, per estensione, con "caccia alle streghe" si indica l'atto di ricercare e perseguire determinate categorie di persone o un qualsiasi soggetto percepito come nemico, in particolare quando questa ricerca viene condotta usando misure estreme e con scarsa considerazione della reale colpevolezza o innocenza.
Indice [nascondi]
1 Le streghe dal XV al XVII secolo
1.1 Le streghe nell'immaginario popolare
1.2 La persecuzione delle streghe
1.3 La stregoneria come reato
1.4 L'entità della persecuzione
1.5 Lo studio delle cause
2 Uso metaforico del termine: il Maccartismo
3 Note
4 Bibliografia
5 Voci correlate
6 Collegamenti esterni
Le streghe dal XV al XVII secolo [modifica]
Le streghe nell'immaginario popolare [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Stregoneria.
Svolazzante a cavallo sul suo manico di scopa, così viene rappresentata la strega nell'iconografia popolare ed artistica, immagine che però ricopre una realtà storica complessa, fatta di sapere sciamanico e di persecuzioni, antichissime credenze legate ai culti pagani della fertilità risalendo al mondo antico ed oltre, senz'altro alla fine del Paleolitico[citazione necessaria].
La Chiesa Cattolica mentre da una parte ha sempre combattuto le credenze magiche, dall'altra parte è stata la più forte sostenitrice della realtà oggettiva di di streghe, maghi e stregoni, giustificava la credenza nel sabba diabolico. E se, da una parte ha prodotto, nei secoli, diversi documenti (citiamo il Canon episcopi, risalente addirittura al IX secolo e destinato ai vescovi) contro la superstizione, dall'altra ci sono ben 13 bolle che affermano la realtà della stregoneria tutt'oggi non "abiurate". "Fra tutte le eresie, la più grande è quella di non credere nelle streghe e con esse, nel patto diabolico e nel sabba", dal "Malleus maleficarum",(trad. "Il martello delle streghe").
Questo manuale fu scritto da due Domenicani tedeschi, Jacob Sprenger e Heinrich Institor Kramer per stabilire i criteri utili a riconoscere e punire le streghe fu pubblicato nel XV secolo. Esso fu riprodotto in ben trentaquattro edizioni e oltre trentacinquemila copie impresse con una tiratura stimata di 30.000 copie che lo poneva secondo libro per diffusione dopo la Bibbia.[citazione necessaria] Ma molti sono i manuali a corollario del Malleus sui metodi di tortura e di applicazione della pena e del modo sul quale riconoscere una strega.
La persecuzione delle streghe [modifica]
Esecuzione di massa di presunte streghe da parte di un gruppo di taglialegna (incisione del 1508)Le "cacce alle streghe" si concentrarono soprattutto tra la fine del 1400 e la prima metà del 1600 e conobbero due ondate: una dal 1480 al 1520 e l'altra dal 1560 al 1650.
Le supposte streghe (e a volte anche i loro figli, soprattutto se femmine), appartenevano per lo più alle classi popolari ed erano di solito vedove, prostitute, levatrici ed herbarie. Soltanto una piccola minoranza di loro poteva essere realmente annoverata tra i veri e propri criminali (fu il caso della cosiddetta "Voisin", per esempio, prestatrice di servizi satanici per le messe nere della Marchesa di Montespan, pure lei criminale, favorita di Luigi XIV di Francia, al fine di assicurasi a lungo i favori del re), colpevoli di omicidi, o di altri gravi reati. La stragrande maggioranza era invece composta da persone innocenti, di ogni età e condizione, spesso "levatrici" e guaritrici, in un tempo in cui decotti ed infusi a base di piante usati dall'empirico sapere tradizionale delle guaritrici risultavano non meno efficaci e sicure di medicine e medici: e, d'altra parte, la popolazione, essenzialmente rurale, non aveva altre possibilità per curarsi del ricorrere ai loro rimedi, meno costosi di quelli dei medici. Molte "streghe" vennero torturate e bruciate vive, con le motivazioni ufficiali più varie, ma spesso in base a delazioni anonime mosse anche da futili ragioni (perché giovani, perché vecchie, soprattutto perché donne) e in molti casi, perché sotto tortura, in cambio della riduzione dei tormenti, facesse il nome di persone possibilmente benestanti, ree di complicità, in modo da poter istruire il processo successivo, considerato fortemente remunerativo, dato che il condannato subiva anche la confisca dei beni.
I due ultimi episodi di streghe arse vive avvennero uno nella Svizzera protestante nel 1782 e l'altro nella Polonia cattolica nel 1793.
La stregoneria come reato [modifica]
Quanto alla condanna a morte attraverso il rogo, va ricordato che tale competenza non era propria della Chiesa, bensì dell'autorità civile che, basandosi su una sentenza dell'autorità ecclesiastica, competente per materia, ne emetteva una propria di condanna e provvedeva all'esecuzione. Infatti i giudizi inquisitoriali per stregoneria erano relativi ai contenuti eretici contestati ai "colpevoli" e non avevano titolo a decretare la morte dell'imputato, ma poiché l'eresia era considerata un reato civile, chi risultava colpevole per il Tribunale ecclesiastico e veniva consegnato al "braccio secolare", anche se avesse abiurato (anzi, paradossalmente, proprio perché attraverso l'abiura riconosceva la sua "mancanza"), vedeva tradursi la sentenza ecclesiatica in condanna penale. Di fatto però, le condanne a morte erano avvallate dalla religione cattolica in quanto si rifacevano al versetto del Vangelo di Giovanni (15) nel quale si dice che: "chi non è con me venga raccolto come fascina e bruciato". È su questo passo che si giustifica il rogo, con l'appoggio della Bibbia dove si cita "non lascerai vivere mago". [1][2] seppure alla Chiesa Cattolica dobbiamo un numero esiguo di condanne per propria mano, certamente ne è stata la mandante proprio perchè la giustifica attraverso le sue Bolle ed i suoi scritti e la giustificazione morale dei suoi teologi "costringendo" il potere temporale ad intervenire in sua vece. Quindi la Chiesa Cattolica è la mandante della persecuzione alle Streghe.[2]
Ciò perché l'ortodossia della fede era intesa come corpo portante dell'unità sociale e quindi la sua presenza non violava solamente la unità della fede, bensì anche l'unità sociale. In realtà, la paura delle streghe, indotta nella popolazione ad arte, era usata come controllo poliziesco delle rivolte contadine e delle richieste di maggiore libertà del popolo. Tipico è il caso della caccia alle streghe nel tirolo che rispecchia appieno l'insitllazione della paura in eventi soprannaturali per poter controllare le rivolte contadine. [1] Di fronte ad una realtà sociale piena di malattie, di povertà, di fame... la religione non riesce più a dare risposte certe di fede e teologiche del perché certi avvenimenti succedono, quindi risutla facile dare la colpa alle streghe (le quali agiscono con il permesso di Dio) per qualsiasi danno sociale: morte di bambini, carestie, ecc...
Quando più tardi, a causa della Riforma protestante, l'unità della fede non potrà più essere considerata l'elemento di unità della società, si dovranno assumere altri principi, ad esempio la nazionalità o l'appartenenza ad uno Stato e più tardi ad una classe sociale.
C'è da dire, comunque, che era praticamente impossibile per il potere temporale non intervenire con punizioni pesantissime come il rogo, in quanto nessuno poteva permettersi di mettersi contro la Chiesa. Molte autorità temevano infatti di essere "corree" alle streghe. In ogni caso le prediche degli inquisitori invocavano il fuoco purificatore ed era impossibile per il potere temporale non applicare la pena di morte. Nei processi alle streghe del Tirolo e del Trentino, come riportati nei libri della Giovanna di Gesaro, si può notare come la forza politica della Chiesa e il suo giudizio, fosse inappellabile.
L'entità della persecuzione [modifica]
Molti studiosi hanno affrontato l'argomento e hanno discusso, nel tentativo di determinare delle stime accettabili e condivise sul numero delle vittime della caccia alle "streghe" durante i due secoli in cui sia i tribunali dell'Inquisizione che quelli della Riforma le condussero al rogo.
Il raggiungimento di una certezza sul tema è ostacolato da molti elementi: ad esempio, si è persa traccia di documenti e notizie certe in ordine a gran parte dei processi. Il motivo principale fu che per paura che gli immensi archivi inquisitorial