Domanda:
help devo fare 1 relazione sull'aborto....10 PUNTIIII?
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2008-03-03 06:43:30 UTC
ragà nn stò x nnt bene...e domani devo consegnare qst relazione a tt i costi...deve essere almeno 2 pagine...ci devo fare delle mie considerazioni e diciamo inserire anke quel fatto sull'aborto di napoli...ragà 10 punti a ki riesce a trovarmi qcs, o se me la fa do 30 punti vi giuro
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anonymous
2008-03-03 06:47:07 UTC
Le gravidanze indesiderate sono sempre state materia di decisioni difficili da prendere ed in molti paesi civilizzati, si è giunti a far si che sia lo Stato, con apposite leggi, a garantire alla donne che si ritrovano in questa situazione di poter decidere liberamente se interrompere la propria gravidanza.

In Italia, tale legge, la 194, fu approvata nel 1978; intorno ad essa ci sono sempre state controversie e polemiche tra chi è a favore dell’interruzione legale della gestazione e coloro che la pensano in maniera diversa .

Molti sono gli argomenti che giustificano la legalizzazione dell’aborto, il principale riguarda la diversità tra embrione ed essere umano, e privilegia la salute fisica e mentale della madre, rispetto a quella del nascituro; viene poi asserito che la maternità deve essere una scelta, fatta con responsabilità e consapevolezza e non la conseguenza di un errore; altro ragionamento di molto peso è la certezza che il divieto di aborto non ne impedisce la pratica, ma la rende clandestina, costosa e pericolosa.

Gli antiaboristi invece, asseriscono che l’'aborto equivale all’uccisione volontaria di un essere umano nella fase iniziale della sua esistenza e puntano tutto sul considerare l’embrione alla stregua di una persona già nata e quindi con gli stessi diritti, ed in particolare, con quello alla vita; asseriscono inoltre che nuocere alla vita umana al suo inizio, è anche un' attacco contro la società stessa.

Credo, che trovandosi nella necessità di farlo, sia molto difficile prendere una decisione fredda e razionale, le componenti da tenere in considerazione sono troppe e molto influiscono l’educazione familiare e religiosa, e le condizioni di vita della futura madre. Penso che la cosa più importante sia il creare le condizioni, in particolar modo mediante l’informazione martellante e mirata, per prevenire le gravidanze indesiderate , attuare i presupposti, grazie ad una adeguata politica sociale, per favorire una maternità responsabile e consapevole e il benessere complessivo della famiglia.
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2017-03-06 06:19:38 UTC
Una mia amica è riuscita a rimanere incinta grazie all'aiuto di questo programma http://GravidanzaMiracolosa.netint.info/?0mh0

​Se sei solita predere la pillola o altri tipi di anticoncezionali che alterano il tuo naturale equilibrio ormonale, il tuo corpo potrebbe aver bisogno di un po' di tempo per abituarsi al cambiamento ormonale in atto. Continuare ad aspettare e sperare può essere davvero snervante.
anonymous
2017-02-09 11:25:14 UTC
Se stai cercando una soluzione per l'ansia puoi provare questa cura http://SconfiggiAnsia.givitry.info/?9aV6

Diversamente dall’ansia breve e relativamente leggera causata da un singolo evento stressante (come il dover parlare in pubblico o il primo appuntamento con una persona che vi piace), i disturbi d’ansia patologici si protraggono per almeno sei mesi e possono peggiorare se non vengono adeguatamente curati
anonymous
2008-03-04 09:04:45 UTC
ECCO TE L'HO FATTA ANCHE AL FEMMINILE 3 ORE!!

Speravo di intervenire a questo congresso raccontando cosa era successo in questi 21 mesi di presenza parlamentare, per raccogliere poi spunti e idee su come portare avanti e potenziare le iniziative. Purtroppo mi devo limitare al resoconto di quanto abbiamo cercato di fare, di quanto avremmo potuto ancora fare e delle difficolta' che abbiamo incontrato. Un resoconto che potra' essere utile per capire l'attuale scenario politico e le resistenze -meglio le ostilita'- nei nostri confronti e in parte per prepararci a dare battaglia sui nostri temi.

Ventuno mesi possono sembrare tanti, ma in realta' mi sono serviti appena per cercare di conoscere i meccanismi delle istituzioni, per capire e utilizzare gli strumenti parlamentari. Sono serviti per gettare dei semi, vedere in alcuni casi spuntare un germoglio, ma niente di piu'. Potremmo dire che il terreno non era dei piu' fertili, ma e' anche mancata la mano d'opera!



In particolare, il lavoro di cui mi interessa farvi partecipe, e' quello che mi ha visto in Commissione Affari Sociali. Fin dall'inizio mi sono ritrovata davanti alla situazione, prevedibile, di stallo. Occorreva cercare temi che non urtassero la sensibilita' dell'area cattolica della coalizione. Pare, infatti, che gli unici ad essere sensibili siano loro, invece quelli che ritengono che a prescindere dal proprio credo personale, la politica debba occuparsi di fornire ai cittadini gli strumenti e i diritti per vivere nel miglior modo possibile la loro permanenza in questo mondo, evidentemente non hanno sensibilita', e cosi' possono essere urtati, tanto sono laici, anzi laicisti e percio' senza cuore?!



Beh, fatto sta che si possono organizzare audizioni sulla malvagita' e mortalita' della RU486, ma guai invitare Silvio Viale perche' potrebbe urtare qualche suscettibilita'. A chiedermi di soprassedere con questa scandalosa richiesta sono stati i cosiddetti laici: abbassiamo i toni, evitiamo le polemiche, invitiamo l'ospedale Sant'Anna e poi speriamo che mandino Viale. Cosi' in una riunione convocata ad hoc con chi poi oggi fa parte della cosa rossa.

E ancora: si possono fare inutili indagini conoscitive sulla famiglia che occupano mesi e mesi, ma guai ad invitare le associazioni che rappresentano le coppie di fatto. I cattolici urtati nella loro sensibilita' si alzano e lasciano l'aula. Mentre non si possono fare indagini conoscitive su un fenomeno noto a tutti come l'eutanasia clandestina, al massimo possiamo ancora una volta inutilmente parlare del fine vita a porte chiuse e senza atti, ma solo per qualche deputato che tra una telefonata e l'altra passa dalla commissione.



Provi ad inserirti, trovi argomenti bipartisan come la legge sul parto e tra la bonta' del latte materno e l'assistenza alla depressione post partum, provi a far passare il concetto del parto senza dolore, e gia' che ci sei della necessita' di non buttare via le cellule staminali del cordone ombelicale. Tutti d'accordo: destra, sinistra, sopra, sotto, cattolici buoni e laici cattivi. Si approva il testo all'unanimita'la scorsa primavera, si manda alle altre commissioni per i pareri, si ferma alla commissione bilancio. Cosi' si viene a sapere che la copertura economica trovata dal ministero della Salute e' ritenuta sbagliata dal ministero dell'Economia. Aggiungo che il ministro della Salute aveva presentato un disegno di legge sulla materia, che evidentemente non ha voluto in concreto sostenere e far divenire legge. Una bandiera, l'ennesima! Dalla scorsa primavera si e' aspettato che i due ministeri si parlassero, nel frattempo il parto senza dolore e' lasciato al buon cuore e alle tasche delle Asl e degli Ospedali. A Roma mi dicono che funziona bene, a Firenze c'e' solo un ospedale in teoria, e in pratica nessuno! In Italia si partorisce in anestesia locale solo in meno del 15% dei casi, in Francia, in Gran Bretagna, negli Usa in almeno il doppio. Del resto, che da noi il precetto biblico del "partorirai con dolore!" trovasse terreno fertile, non e' da stupirsi!



Forse l'unica cosa che riusciremo a tradurre in legge e che aveva visto la commissione impegnata trasversalmente, ed io quasi in maniera maniacale, e' la possibilita' della raccolta e conservazione autologa delle staminali del cordone, misura inserita nel decreto milleproroghe (quello della rottamazione per intendersi) che dovrebbe essere licenziato dalle Camere, anche se sciolte, entro la fine del mese. Purtroppo lasceremo al prossimo Governo l'opportunita' di regolamentare la materia emanando il decreto entro il prossimo giugno. Dopo anni di incomprensibili divieti, iniziati con l'era Sirchia e completati conquella Turco, divieti per le biobanche private, divieti di poter disporre di queste cellule per se stessi,si e' consentito di conservare il cordone per se stessi solo con l'espatrio, scelta teorica, perche' difficilissima nella pratica. Un dato per tutti: su oltre 500 mila parti nel 2006, 2.500 le donazioni e 5 mila i cordoni andati in biobanche estere. Il resto, 492.500, buttati, per l'appunto.



E queste erano battaglie buone, che non urtavano la sensibilita' di nessuno. In alcuni casi urtavano qualche gruppo di potere, qualche corporazione che crede di sopravvivere nell'immobilismo. Inutile dire che aver ricordato alle prime riunioni dei capigruppo della commissione che avremmo dovuto intervenire per rivedere almeno alcuni punti piu' controversi della legge 40, ha scatenato delle reazioni a dir poco sgradevoli! Quando e' stato chiaro che ero da sola a rivendicare il dovere di intervenire in materia, la reazione e' stata quella del sorriso compiacente e della pacca sulla spalla: fai bene a dirlo, sei coerente, ma tanto questa maggioranza non ce la fara' mai a rivedere quella legge!

Del resto, inutile ripeterci la vicenda incredibile della revisione delle linee guida della legge 40. Il ministro avrebbe "potuto" aggiornarle al momento del suo insediamento. Sarebbe stata una scelta politica forte; il ministro Turco avrebbe potuto dire: per quanto posso miglioro una legge che il Parlamento potrebbe modificare. Non l'ha fatto. Legittimo.

Il ministro avrebbe "dovuto" aggiornare le linee guida alla loro scadenza, dato che la legge recita che questo deve essere fatto: almeno ogni tre anni. Il ministro avrebbe "dovuto" farlo dopo che sono decadute a colpi di sentenze di tribunali. Il ministro ha rimandato. Il ministro non l'ha fatto. Il ministro ha lasciato, se possibile, l'Italia -i pazienti e i centri di fecondazione assistita- in una situazione peggiore: dal divieto assoluto di diagnosi preimpianto, alla decadenza del divieto senza l'autorizzazione a farlo. Un paradosso. In campo medico un paradosso normativo tale, e' un atto contro la salute dei cittadini. Contemporaneamente la schizofrenia elettorale porta il ministro a manifestare per l'applicazione della legge 194 e quando torna al suo tavolo di lavoro non agisce con la stessa coerenza. Manifestare come una sorta di diversivo della pausa pranzo, finita la pausa si torna a fare le cose serie, e soprattutto ad ascoltare le persone serie.

E' da settembre che mi dicono che il decreto e' pronto ed e' buono, ma in attesa del via libera della senatrice Paola Binetti, ministro ombra di tutto il Governo Prodi, in particolare del dicastero della Turco. Ma un buon decreto per essere buono e' quello che viene pubblicato in Gazzetta Ufficiale e non quello che resta nei cassetti. Oggi il ministro Turco dice -lo si sa attraverso un'agenzia stampa- che entro lunedi' queste linee guida saranno inviate al Consiglio Superiore della Sanita' e solo dopo questo parere lei potrebbe approvarle... quindi, visti i tempi, temo che non le vedremo mai!



Sempre sulla legge 40 a meta' ottobre abbiamo promosso un appello con tutti i gruppi parlamentari de l'Unione -tranne l'Udeur- per impegnarsi a rivedere la legge e chiedere al ministro di aggiornare le linee guida nella direzione richiesta da pazienti, comunita' scientifica, nonche' dalle sentenze dei tribunali. Appello restato lettera morta. I colleghi che l'hanno sottoscritto, evidentemente non l'hanno tradotto in azione.

Molte sono state le interrogazioni in materia: sugli embrioni orfani destinati per legge alla crioconservazione infinita invece che destinarli alla ricerca scientifica; altre in cui si citano casi come quelli di condannati per mafia alla detenzione in 41bis che accedono alle tecniche di fecondazione assistita pur non essendo sterili, a differenza di coppie portatrici di malattie genetiche; la chiusura di centri come quello di Castellana Grotte (Bari) che con operazioni fatte a livello regionale in pratica rendono ancora piu' complesso accedere a queste tecniche.



Guardando a ritroso e provando a riassumere le iniziative fatte, tutte presentano un filo conduttore: la responsabilizzazione del cittadino, che in maniera cosciente deve poter scegliere e non essere ostaggio di una decisione imposta dallo Stato. Dalla ricerca scientifica, con particolare attenzione alla trasparenza dei finanziamenti pubblici, alla liberta' di cura, il diritto di poter scegliere se accettare o rifiutare terapie, il diritto di accedere alle terapie contro il dolore, dalla cannabis terapeutica all'analgesia in sala parto, dalla necessita' di liberalizzare il mercato delle farmacie alla volonta' di mettere al centro dell'attenzione il malato come cittadino che possa scegliere e avere una vita indipendente. Puntualmente abbiamo riportato l'attenzione sulla legge 40, in particolare con interrogazioni, richieste di audizioni del ministro e appelli, come pur
WToyotaSupra
2008-03-03 06:51:05 UTC
ma chi 6? la gas o la ferrari?
Judo111
2008-03-03 06:49:25 UTC
Aborto spontaneo [modifica]

L'aborto spontaneo è l'interruzione di una gravidanza avvenuta in modo naturale, non causata da un intervento esterno. Le probabilità che una gravidanza si interrompa spontaneamente sono molto più elevate di quanto comunemente si ritenga; il periodo a maggior rischio è il primo trimestre. L'aborto spontaneo è molto più frequente di quanto si possa pensare e trova riscontro nel 15% circa delle gravidanze. Si parla di probabilità, di stima epidemiologica, visto che molte interruzioni spontanee di gravidanza passano inosservate, senza che assumano una dignità clinica.





Sintomi [modifica]

La sintomatologia tipica dell'aborto spontaneo prevede perdite ematiche e contrazioni uterine. Tale sintomatologia tuttavia, piuttosto diffusa, raramente indica necessariamente un aborto: i sintomi sono in realtà poco specifici.



La gravidanza può anche interrompersi in maniera del tutto asintomatica: in tal caso si parla, più propriamente, di aborto ritenuto. L'embrione rimane nell'utero con la cervice perfettamente chiusa, anche se ormai non c'è più battito cardiaco. Di solito questo accade entro la dodicesima settimana ed è possibile accertare la situazione attraverso un controllo ecografico.



Della stessa categoria fa parte la gravidanza anembrionica, più conosciuta col nome di "uovo chiaro": in questo caso c'è la presenza della camera gestazionale ben impiantata nell'utero, ma non è presente l'embrione né, spesso, il sacco vitellino.





Cause [modifica]

Le cause di un aborto nel primo trimestre di gravidanza sono diverse dalle cause di aborto nel secondo trimestre di gravidanza. Nei due casi sono molte e varie, spesso difficilmente riconoscibili, principalmente dovute ad aberrazioni cromosomiche del prodotto del concepimento (embrione o feto), secondariamente a problemi della gestante, tra i quali:



utero anomalo (utero setto, bicorne, con presenza di fibroma...)

incontinenza cervicale

patologie endocrine e immunitarie

malattie infettive

malnutrizione

abuso di droga/alcool/farmaci

età materna a rischio (sotto i 20 anni e sopra i 35)

Frequentemente si tratta di un episodio sporadico e non ripetuto nella stessa donna. Talvolta può presentarsi l'eventualità di più aborti così precoci da essere scambiati come normale flusso mestruale.





Terapia [modifica]

In passato la terapia più diffusa per l'aborto spontaneo era la dilatazione cervicale e lo svuotamento strumentale dell'utero, per prevenire infezioni che avrebbero potuto causare la sterilità o la morte della donna. L'aborto era spesso diagnosticato quando era già presente una forte emorragia o c'erano evidenti sintomi nella donna. La diagnosi in genere era "sanguinamento vaginale anomalo".



Dagli anni '90 del secolo scorso, con l'avvento delle ecografie intrauterine e gli studi sull'ormone β-hCG, è possibile diagnosticare la morte del feto prima che si verifichi l'espulsione naturale.



L'approccio terapeutico per l'aborto ritenuto è di due tipi: attesa dell'espulsione spontanea del prodotto del concepimento oppure sua rimozione attraverso curettage chirurgico (raschiamento) o isterosuzione.



Attualmente la terapia più accreditata è l'attesa sotto controllo medico, e in paesi come l'Olanda, il Canada, il Regno Unito, è la strategia più applicata. Infatti l'aborto spontaneo spesso si risolve naturalmente con l'espulsione del materiale fetale e questo tipo di approccio, oltre a permettere di studiare l'evoluzione della patologia in modo più completo, evita i rischi connessi con la tecnica di svuotamento che potrebbe causare traumi all'utero con possibili complicazioni per le gravidanze future.



In genere comunque si rispetta la scelta della donna che può voler aspettare che la natura faccia il suo corso o ridurre i tempi affidandosi al chirurgo.



Altre terapie accreditate sono di tipo farmacologico, come l'uso delle prostaglandine e gli anti-progestinici, in tecniche analoghe all'interruzione volontaria di gravidanza. Questi farmaci favoriscono l'esplusione spontanea del materiale fetale, nel caso di aborto spontaneo, già spento.



Spesso il prodotto del concepimento (embrione o feto) espulso precocemente viene controllato istologicamente per una differenziazione da altro materiale. In caso di aborti multipli il controllo istologico prevederà anche una mappa cromosomica.





Aborto nel secondo trimestre (parto pretermine) [modifica]

Abbiamo due casi dell'aborto in fase avanzata:



il feto è ancora vivo

il feto è morto.

Nel primo caso si ha una dilatazione della cervice senza contrazioni, che causa un parto indolore, e quindi l'espulsione del feto, che muore per immaturità.



Nel secondo caso si avrà un travaglio, ed un parto tradizionale, spesso accompagnato da emorragie.





Effetti psicologici [modifica]

La donna che ha subito un aborto può aver bisogno di sostegno psicologico che aiuti a gestire il dolore della perdita. A qualsiasi epoca della gestazione avvenga, un aborto spontaneo può essere traumatico e può essere vissuto come un lutto. Talvolta la donna può provare un vero e proprio rifiuto dell'idea di avere altre gravidanze e, se già psicologicamente predisposta, può cadere in seri stati depressivi, dai quali è opportuno aiutarla ad uscire (attraverso terapie psicologiche o semplicemente con il sostegno dei parenti e delle persone affettivamente più vicine) prima che si abbiano gravi conseguenze.





Interruzione volontaria di gravidanza [modifica]

L'Interruzione volontaria di gravidanza (IVG) o aborto provocato consiste nell'interruzione dello sviluppo dell'embrione o del feto e nella sua rimozione dall'utero della gestante.



La pratica dell'aborto volontario viene svolta in buona parte del mondo, a discrezione della donna nei primi mesi della gestazione, in presenza di gravi malformazioni al feto, nei casi di pericolo per la salute della madre, nel caso in cui il feto sia frutto di una violenza carnale ai danni della madre, ma anche per altri motivi indipendenti dalla condizione di salute della madre o del feto (come la condizione economica, familiare o sociale).



Nei paesi in cui i diritti della persona non sono garantiti, come in alcuni paesi in via di sviluppo, può essere il marito a imporre alla donna l'aborto, soprattutto in società di stampo patriarcale dove è preferibile avere figli maschi.





Approfondimenti [modifica]

Legislazione

Per approfondire, vedi la voce Aborto: legislazione.



Dibattito etico

Per approfondire, vedi la voce IVG: dibattito etico.



L'aborto nella storia

Per approfondire, vedi la voce Aborto: nella storia.





Metodologie dell'aborto provocato [modifica]



Svuotamento strumentale [modifica]

È la metodologia maggiormente diffusa. Avviene in anestesia parziale della durata dell'intervento (circa 5 minuti). Consiste nello svuotamento dell'utero attraverso l'aspirazione strumentale dell'embrione o feto.



A seconda del periodo di gestazione viene effettuato con metodologie diverse:





Isterosuzione [modifica]

Utilizzata solo entro le prime otto settimane di gestazione. Consiste nell'aspirazione dell'embrione e dell'endometrio attraverso una canula introdotta nell'utero senza la necessità di dilatazioni della cervice.





Dilatazione e revisione della cavità uterina (D&R) [modifica]

Dall'ottava alla dodicesima settimana di gestazione, sono eseguite solitamente la dilatazione e la revisione della cavità uterina (D&R). Sempre in anestesia parziale la cervice viene dilatata per permettere il passaggio delle canule da suzione di diametro maggiore necessarie ad evacuare la maggiore quantità di prodotto del concepimento.



La cervice viene dilatata adoperando dei dilatatori meccanici calibrati di diametro progressivamente crescente, necessari a raggiungere la dilatazione desiderata, oppure attraverso dilatatori farmacologici od osmotici, come le alghe marine essiccate.





Dilatazione e svuotamento (D&S) [modifica]

Utilizzata solo per gravidanze che superino le dodici settimane (dopo i termini della legge italiana per l'interruzione volontaria); questa procedura consiste nella dilatazione del canale cervicale attraverso l'uso di dilatatori osmotici o meccanici. Il feto viene quindi rimosso. Vengono poi aspirati il liquido amniotico, la placenta e i residui fetali.





Induzione farmacologica (RU 486) [modifica]

Per approfondire, vedi la voce RU 486.



L'induzione farmacologica dell'aborto è l'ultimo metodo di interruzione di gravidanza introdotto nella medicina tradizionale. Con questo metodo il distacco del feto dall'utero è chimico e non è necessario nessun intervento di natura chirurgica sul corpo della donna. L'induzione farmacologica attualmente viene effettuata attraverso l'uso di un derivato steroideo sintetico, il mifepristone o RU 486 e di una prostaglandina, il gemeprost.



La prima pillola induce l'aborto fisiologico, mentre la seconda, sempre chimicamente, induce l'espulsione del feto e la pulizia dell'utero.



Il suo inventore, Emile-Etienne Beaulieu aveva chiamato questa tecnica contragestione.



È, a volte, confusa erroneamente con la pillola del giorno dopo, un metodo di contraccezione post-coitale che non ha nulla a che fare con l'aborto farmacologico.



La pillola RU 486 è legale negli Usa e in tutti i paesi dell'Ue tranne Italia, Portogallo e Irlanda.



Nel 2005 è partita la sperimentazione in Italia e l'uso del farmaco non è ufficialmente proibito, ma esso non è stato ancora iscritto all'elenco dei farmaci la cui vendita è permessa. Attualmente la Exelgyn, l’azienda francese che produce la pillola abortiva RU486, ne ha chiesto la r


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